Discorso di augurio di S.M.I. Haile Selassie I al Presidente Rahdakrishnan
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S ig. Presidente, è con grande piacere sia Nostro personale che dell’intera nazione etiope averla qui con Noi questa sera; Noi, e tutti gli etiopi con noi, ci siamo riuniti per darle il benvenuto nel nostro Paese e per comunicare al popolo indiano, attraverso di lei, la rinnovata garanzia del rispetto e dell’amicizia che ci unisce.
La comunanza di interessi che circonda e permea le relazioni tra Etiopia e India è ben fondata e ha solide basi: gli scambi tra le nostre nazioni fioriscono, le abilità e il capitale indiano stanno partecipando allo sviluppo dell’industria etiopica. Mercanti indiani sono stati attivi nel commercio estero e locale dell’Etiopia; insegnanti indiani stanno prendendo parte al vasto programma educativo che è stato una pietra miliare della nostra politica per accelerare lo sviluppo della nazione; ufficiali indiani sono assunti nella nostra Accademia Militare ad Harar, e altri sono assegnati alle unità militari altrove in tutta l’Etiopia.
Gli indiani, a qualsiasi livello, sono attivi nella filantropia locale e nella vita comunitaria; tutte le Nostre relazioni con il popolo indiano non sono nuove, ma di lunga data.
Naturalmente è una soddisfazione per Noi l’aver finora raggiunto effettiva cooperazione tra i nostri popoli; ma a dispetto di tutto ciò che è stato realizzato, c’è molto altro che può essere fatto.
C’è un ampio margine per la vasta espansione di un commercio bilanciato e reciprocamente vantaggioso tra noi, dal momento che le nostre economie continuano a svilupparsi. E’ Nostro profondo desiderio che vengano quanto prima stabiliti collegamenti aerei diretti tra Etiopia e India, così come con le altre nazioni dell’Estremo Oriente; programmi di assistenza tecnica reciproca possono portarci persino ad essere più vicini, poiché verrebbero esplorate nuove aree di attività congiunta.
Questi e altri passi possono servire solo ad accrescere ed arricchire una partnership già gratificante, e Noi guardiamo avanti alla loro realizzazione nei mesi e negli anni a venire.
Abbiamo spesso affermato, poiché è Nostra fede e convinzione profondissima e tenace, la necessità di una pace durevole se i milioni di cittadini, che proprio ora stanno emergendo nella nuova era del progresso e dell’illuminazione, preparata e preannunciata dalle loro battaglie, potranno raccogliere il frutto del loro lavoro.
In questo momento cruciale, quando la scintilla di ogni conflitto locale può essere portata dal vento a scatenare un olocausto mondiale capace di distruggere le vite e le speranze di milioni e milioni di uomini e donne innocenti, gli sforzi di ognuno di noi dovrebbero essere raddoppiati per salvaguardarsi da una catastrofe simile.
Noi ci siamo, naturalmente, rattristati nelle recenti settimane poiché due nazioni sorelle, nazioni i cui popoli dovrebbero combattere insieme per superare le difficoltà che li circondano, sono state serrate in un conflitto sanguinoso e mortale.
Lei sa, Sig. Presidente, che gli Etiopi e gli Indiani sono dediti agli stessi ideali e sono uniti per impegnarsi negli stessi obiettivi; abbiamo sofferto insieme e proclamato in unità la nostra comune lealtà ai principi di Bandung, principi custoditi e conservati nello Statuto delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione dell’Unità Africana.
E’ dunque giunta come fonte di grande conforto e di speranza per Noi la notizia che l’India ha ascoltato con attenzione gli appelli che le Nazioni Unite e i leader mondiali, tra i quali anche Noi stessi, hanno fatto affinché venisse restaurata la pace.
Siamo appagati dal fatto che si sia reso effettivo un “cessate il fuoco” sui campi di battaglia che sono teatro delle ostilità fra India e Pakistan, ed è Nostra speranza che questo “cessate il fuoco” sia duraturo e definitivo. Siamo fiduciosi che, nello stesso spirito con il quale la lotta e lo spargimento di sangue sono stati interrotti, si possa trovare una soluzione accettabile e onorabile ai problemi che l’India e il suo vicino fronteggiano.
Durante i pochi giorni che trascorrerà con noi, Sig. Presidente, confidiamo che lei arriverà ad apprezzare le speciali qualità della Nostra terra e del suo popolo. I legami che ci uniscono sono già stretti, ciò nonostante rimane importante che entrambi noi conosciamo direttamente qualcosa dei problemi e delle esperienze che condividiamo; in tal senso, dovremo rafforzare e solidificare l’unità di interessi che è essenziale per la creazione di una base sempre più ampia per una nostra azione congiunta.
L’Etiopia e l’India hanno tanto da realizzare insieme, e Noi siamo fiduciosi che la sua visita aprirà nuove strade tali da permetterci di avanzare in armonia. Non dobbiamo lasciar fuggire quest’occasione senza ricordare quei giorni in cui abbiamo visitato la grande Repubblica Indiana; del tumultuoso benvenuto che Ci ha accolto lì, e la prodiga ed eccezionale generosità con la quale la Nostra iniziale accoglienza è stata, ora dopo ora, sostenuta e integrata. Speriamo che questi pochi giorni che lei sta condividendo con noi, Sig. Presidente, sebbene possano non essere meravigliosi come lo fu l’accoglienza che abbiamo ricevuto quando abbiamo visitato l’India, serviranno in piccola misura a ricambiare ciò che Noi sperimentammo allora.
Possiamo ora proporvi questo brindisi al progresso e alla crescita della calorosa amicizia che esiste tra i popoli Indiano e Etiope; all’universale accettazione e arricchimento dei principi di ragione e coscienza che conferiscono a Sua Eccellenza la laurea di Dottore in Lettere, alla lunga vita e alla buona salute del Nostro onorato ospite, il Presidente Sarvapalli Radhakrishnan.