Il cavolfiore
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Il cavolfiore è il fiore commestibile della pianta erbacea Brassica oleracea L., varietà botrytis, appartenente lla famiglia delle Crucifere. Sulla penisola italiana vengono coltivate diverse varietà di cavolfiore (precoci e tardive). Il suo nome deriva dai sostantivi latini “caulis”, cioè “fusto”, e “floris”, ovvero “fiore”. Dato che la sua coltivazione richiede temperature fresche, esso viene raccolto ed è presente sul mercato da Settembre a Maggio.
Il cavolfiore è ricco di minerali e vitamine, in particolare: Calcio, Potassio, Zolfo, Iodio, Ferro e Fosforo, quali importanti regolatori del bilancio idro-salino corporeo e componenti essenziali di cellule e tessuti nonché di vitamine A, vitamine del gruppo B (B1, B2, tiamina, riboflavina, niacina) che intervengono nella regolazione di diversi processi metabolici dell’organismo. Contiene inoltre acido ascorbico (vitamina C), il tocoferolo alfa (vitamina E) e il betacarotene (provitamina A) che ci proteggono dall’azione dannosa dei radicali liberi che, quando prodotti in eccesso nel nostro organismo, sembrano essere implicate nell’insorgenza di diversi quadri morbosi (malattie cardiovascolari, sindrome metabolica, cancro, malattie neurodegenerative, invecchiamento precoce). Sono anche presenti vitamina K, PP e Acido Folico, il che rende questo ortaggio molto benefico ed energetico.
A basso contenuto calorico, ha infatti solo 25 calorie per 100 grammi, ma è consigliabile un uso non frequente per chi ha problemi di colon irritabile.
Le azioni benefiche sono innumerevoli: prima di tutte il rafforzamento delle difese immunitarie, vista l’abbondante presenza di vitamine. Ha un’ azione positiva contro il colesterolo e l’insorgere del cancro, possono inoltre essere annoverati i suoi poteri antinfiammatori, antiossidanti, antibatterici e antiscorbuto. Celebre è la sua azione rimineralizzante e altamente depurativa, non contiene glutine e può essere tranquillamente consumato anche dai diabetici. Contiene modeste quantità di zuccheri, proteine e lipidi, e vitamine ad azione antiossidante.
Il cavolo bianco apporta anche una buona razione di fibra alimentare insolubile, che promuove la regolarità intestinale e conferisce a quest’alimento un alto potere saziante.
La cottura del cavolfiore ne incrementa la porzione edibile, riduce quella dell’acqua, aumenta la concentrazione di carboidrati e proteine disponibili fino a raddoppiarla, ma annulla e/o riduce il contenuto di alcune vitamine che restano nell’acqua di cottura insieme ai sali minerali. Dopo la cottura si può utilizzare l’acqua di bollitura, essendo ricca in micronutrienti che lo stesso cavolfiore ha rilasciato; questa dovrebbe e potrebbe essere usata come brodo vegetale nella preparazione di altri piatti, come acqua per cuocere la pasta, il riso e/o altre verdure o ancora come bevanda calda di accompagnamento durante il pasto (a condizione che non sia troppo salata!).
Bere o assumere succo di cavolo ha azioni benefiche per l’organismo e in modo particolare:
– 1 o 2 bicchieri al giorni aiutano l’organismo a combattere l’affaticamento, il diabete, l’influenza, l’anemia, la depressione e il nervosismo.
– 2 o 3 bicchieri al giorno contro l’ulcera gastrica e la gastrite.
Qualche goccia di succo fresco di cavolo negli occhi aiuta a guarire le irritazioni. Succo di cavolo con miele, sia ingerito che usato per gargarismi, serve a curare l’afonia.
Al cavolo bianco sono state attribuite, da diversi anni, proprietà preventive nei confronti di diverse forme tumorali (tumore al polmone, alla vescica, al seno, alla prostata): gli effetti chemiopreventivi sono da attribuire al suo notevole contenuto in alcuni composti fitochimici naturali chiamati glucosinolati e, in particolare, ai suoi derivati di idrolisi, l’indolo-3-carbinolo e l’isotiocianato sulforafane. Questi sono dei composti aromatici che contengono rispettivamente azoto e zolfo e sono tra l’altro responsabili di quell’odore tipico, poco gradito, che si sprigiona dai cavoli quando li cuciniamo. Poiché la cottura prolungata riduce il contenuto in glucosinolati, vitamine termosensibili e sali minerali, per godere al meglio dei suoi effetti benefici sarebbe opportuno mangiarlo crudo o previa breve cottura per ebollizione in poca acqua, al vapore o, preferibilmente, nella pentola a pressione.
Quali controindicazioni al suo consumo, va sottolineato che l’elevata presenza di fibre lo rende mal tollerato nei soggetti portatori di patologie gastro-enteriche e l’elevato contenuto in purine lo rende sconsigliabile nei soggetti affetti da iperuricemia e gotta.
I cavolfiori, inoltre, aiutano a regolare il battito cardiaco e a tenere sotto controllo la pressione arteriosa. Un vero toccasana!