Selassie sull’acqua alta
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Conclusa a Venezia la visita del Negus
Selassie sull’acqua alta
Per un’ora l’imperatore non è potuto uscire dall’albergo – Accompagnato da Matteotti e dal sindaco, è salito su un vaporetto del servizio pubblico – Alle dieci la partenza dall’aeroporto Marco Polo – Un messaggio a Saragat
Venezia, 14 novembre. Avventurosa partenza dell’imperatore d’Etiopia da Venezia. Stamane alle 8,20 il Negus avrebbe dovuto lasciare l’albergo sul bacino di San Marco, per recarsi in motoscafo all’aeroporto di Tessere, ma l’ “acqua alta” aveva invaso la hall dell’albergo e impediva al motoscafo di passare sotto il piccolo ponte che collega l’uscita secondaria dell’albergo al bacino; anche il modo davanti all’ingresso centrale dell’albergo era sommerso dall’acqua che irrompeva con forti ondate.
Dopo circa un’ora, sistemate alcune passerelle, Haile Selassie è potuto uscire ed ha raggiunto, sulle traverse di legno, l’imbarcadero da dove partono i vaporetti. L’imperatore, accompagnato dal ministro Matteotti, dal sindaco e dal seguito, è salito su un mezzo pubblico poiché si è ritenuto imprudente farlo viaggiare sul piccolo motoscafo messogli a disposizione dalla Prefettura.
Lungo il Canal Grande – i cui palazzi gli sono stati mostrati dal ministro e dal sindaco – Haile Selassie ha raggiunto Piazzale Roma dove erano in attesa venticinque automobili, messe a disposizione dalla Fiat. All’apparire del Negus sul piazzale, una numerosa folla – composta per la maggior parte da impiegati, operai, studenti e “pendolari” – gli ha manifestato la propria simpatia.
Il corteo delle automobili ha imboccato il ponte che collega Venezia alla terraferma, e poi la statale Triestina. Durante tutto il percorso, a Mestre, a Campalto e a Tessera, gli abitanti hanno calorosamente applaudito il Negus.
All’aeroporto Marco Polo, tutto pavesato con bandiere italiane ed etiopiche, il corteo si è diretto nella zona militare dove erano ad attendere l’Imperatore il vicecomandante della regione aerea, generale Monti, e l’ammiraglio, Micali-Baratelli, comandante del presidio interforze. Il Negus ha ascoltato sull’attenti l’esecuzione dell’inno nazionale del suo paese. Ha passato poi in rassegna lo schieramento formato da una compagnia dell’aeronautica militare.
Passando dinanzi alla bandiera del Corpo, Haile Selassie si è fermato e ha salutato chinando leggermente il capo. Terminata la cerimonia strettamente militare, le autorità italiane si sono nuovamente avvicinate dall’Imperatore e hanno avuto così inizio i saluti di commiato. Particolarmente cordiale è stato quello tra il Negus e il ministro Matteotti che gli ha recato ancora una volta il saluto del presidente della Repubblica Saragat e del presidente del Consiglio Colombo.
“E’ difficile conoscere nel mondo moderno – gli ha detto il ministro congedandosi – un uomo di Stato come lei”. Il Negus ha ringraziato l’on. Matteotti, e l’ha invitato a visitare l’Etiopia.
L’Imperatore è quindi salito sull’aereo dell’Aeronautica militare etiopica che reca sulla fusoliera lo stemma del leone di Giuda ed i colori giallo-rosso-verde della bandiera nazionale. Haile Selassie, raggiunto il portello dell’aereo, ha risposto al saluto di una piccola folla che si era radunata sulle terrazze dell’aeroporto. Sull’aereo si era poco prima imbarcata la principessa Egigayehu Wossen, nipote dell’imperatore, che, a sua volta, era stata salutata dalla consorte dell’on. Matteotti e dalle altre signore del seguito.
Rapidamente l’aereo imperiale si è diretto sulla pista di decollo e, alle 110,07, si è alzato in volo, diretto ad Addis Abeba.
Poco dopo Haile Selassie ha inviato un messaggio al presidente della Repubblica, Saragat: “Sono appena decollato dalla bella città di Venezia dopo la mia visita al vostro ospitale paese. Desidero cogliere questa occasione per ringraziare lei, signor Presidente, e per suo tramite, il Governo e il popolo italiano, per la calda e spontanea accoglienza che ho ricevuto durante la mia visita”.
“Sono rimasto particolarmente colpito da tutto quello che ho visto ed estremamente toccato dai sentimenti amichevoli manifestatimi dal popolo italiano. I colloqui che ho avuto con lei hanno dimostrato ampiamente non solo gli obiettivi comuni di cooperazione, ma anche l’amicizia che esiste fra i nostri due paesi”.
“Desidero che le relazioni tra i nostri due popoli continuino a svilupparsi nell’interesse della pace e dell’umana solidarietà”.