Venticinquesimo anniversario della Liberazione


Ringraziamo Dio Onnipotente di essere stati risparmiati per essere testimoni del 25esimo Anniversario della vittoria sul Fascismo. Nelle parole di Davide: «Il Signore ha ascoltato la mia voce; Egli ha inviato il suo angelo dall’alto, e mi ha liberato dai nemici».
Ringraziamo Dio Onnipotente di essere oggi riuniti insieme a così tanti nobili e coraggiosi uomini che combatterono al Nostro fianco in quella gloriosa campagna.
Ringraziamo Dio Onnipotente per il trionfo del diritto e della giustizia e della libertà sull’aggressione e sull’oppressione.
Al giorno d’oggi, 25 anni non sono che un breve momento nell’ampiezza della storia. Le memorie arrivano su di Noi affollandosi, come se rivivessimo quelle ore di giubilo senza confini, come se fossimo nuovamente caricati dalle profonde emozioni che travolsero la Nostra mente e quindi il Nostro spirito. Circondati oggi da volti familiari, da vecchi amici e compagni, il Nostro cuore è colmo.
Il 5 Maggio del 1941 vivrà come uno dei più grandi giorni nei lunghi annali della storia Etiope. Esso fu, al tempo stesso, un grande punto di svolta nella storia mondiale. Per un breve periodo, l’Etiopia portò avanti da sola la lotta contro la tirannia fascista. I Nostri appelli furono trascurati, i Nostri avvertimenti ignorati. Ma alla fine coloro che ci volsero le spalle alla Lega delle Nazioni furono essi stessi spinti nel disordine e nella sofferenza e sul vero orlo della distruzione. Infine essi giunsero a riconoscere la loro comune responsabilità ad opporsi all’inumana e degradante dottrina che portò devastazione e distruzione alla Nostra innocente nazione. La vittoria sul Fascismo in Etiopia e per l’Africa non fu che la pietra miliare ispiratrice per le nazioni alleate sulla lunga strada di ritorno verso il ripristino della loro libertà e giustizia.

Un secolo fa, l’Etiopia non possedeva pressoché alcuna arma moderna, nessuna difesa contro il potere della tecnologia. Spade e lance e crudo coraggio erano le sue armi. Essa non aveva un esercito permanente, né ufficiali e truppe disciplinate ed istruite. Essa dipese, per la sua salvezza, sugli istinti patriottici nel cuore di ogni Etiope e sull’ispirazione dei suoi leader.
Ma queste risorse, anche allora, non furono chiaramente da abbandonare. Appena 70 anni fa, le armate Etiopi si costituirono quasi come per magia e si scagliarono contro un avido invasore per guadagnare l’immortale trionfo di Adua.
La vittoria di Adua fu a lungo acclamata come uno dei maggiori eventi del 19esimo secolo in Africa. I suoi effetti sull’Etiopia e sulle sue relazioni con le potenze coloniali furono di ampia portata. Certamente essa preservò l’antica indipendenza della nazione dalle avide incursioni successivamente compiute altrove ai danni dei Nostri fratelli in questo continente. Così, benché gli fosse negato il proprio legittimo accesso al mare e fosse isolata dalle influenze del sapere tecnologico moderno, l’Etiopia ciò nonostante mantenne la sua indipendenza e si erse a fonte di ispirazione e speranza per gli Africani suoi simili.
Ma l’eredità di Adua fu forse fuorviante, poiché presto il valore ed il coraggio non sarebbero stati abbastanza. Le nazioni industrializzate sfruttarono il peso della scienza moderna per lo sviluppo di strumenti bellici sempre più temibili. Riconoscendo il pericolo, cercammo subito di cambiare la natura della base militare della nazione. Su Nostra insistenza, una piccola unità militare moderna fu costituita, organizzata ed addestrata da soldati esperti. Vennero acquistati aeroplani e giovani uomini furono inviati all’estero per un’istruzione avanzata.
Prima di tutto, tuttavia, ponemmo la Nostra fede nel principio della sicurezza collettiva e nell’apparentemente indiscutibile potere della Lega delle Nazioni. La storia del tradimento di quella fede è una delle riconosciute tragedie del Nostro tempo. Le armi e gli approvvigionamenti che l’Etiopia non riuscì a produrre da sé gli furono negati, mentre il nemico continuava a costruire e ad alimentare con le sue proprie risorse la sua grande macchina da guerra. Le più futili sanzioni furono richieste svogliatamente, e con ancor meno entusiasmo furono applicate. I guerrieri ed i patrioti d’Etiopia combatterono con tutto il valore e la disperazione a cui, così spesso in passato, essi ed i loro avi erano stati chiamati, ma furono senza potere di fronte alle bombe ed al gas venefico che il nemico così impietosamente e selvaggiamente impiegò contro i soldati così come contro civili innocenti. La brutalità di quei giorni infami tormenterà per sempre la memoria di coloro che li vissero sulla propria pelle.
Le lezioni dell’esperienza raramente sono semplici. Fu attraverso lo spargimento di sangue ed il dolore che l’Etiopia conobbe l’incredibile potere delle armi moderne e di una forza militare organizzata. Dalle ceneri della guerra gli Etiopi cominciarono a ricostruire una nuova e più potente nazione. Ci ripromettemmo nella sofferenza che l’Etiopia non avrebbe mai più sofferto per debolezza tali oltraggi che le erano stati arrecati.
Negli anni seguenti al 1941, il potere militare dell’Etiopia crebbe ben aldilà delle misere e mal equipaggiate forze che combatterono tra le montagne di Addis Abeba. L’Etiopia è pronta oggi, come in passato, a difendere la propria integrità al limite estremo delle sue risorse. Ma adesso essa dispone di forze militari addestrate e del moderno equipaggiamento che proteggeranno i suoi diritti ed interessi dagli attacchi di qualsiasi aggressore fuorviato. Mai più sarà colta alla sprovvista.
Dal giorno del Nostro ritorno definimmo la costruzione di un apparato militare che fosse all’altezza del compito di difendere la Nostra patria ed il Nostro popolo da attacchi di ogni genere. Con il passare degli anni la qualità e l’intensità delle forze nazionali sono cresciute rapidamente. Oggi l’Etiopia possiede forze terrestri, navali ed aeree compatte e ben equipaggiate. Essa ha addestrato un numero sostanziale di soldati, marinai e piloti nelle moderne tecniche dell’ingegneria e degli armamenti. Questi hanno da tempo provato in battaglia la propria capacità di contrastare uomo per uomo i soldati di qualunque nazione nel mondo. Agendo con l’aiuto e la guida di altre nazioni amiche, abbiamo stabilito sul suolo Etiope le più moderne istituzioni per l’addestramento militare terrestre, navale ed aereo. Ufficiali esperti in possesso delle più elevate qualifiche tecniche costituiscono adesso gli imponenti quadri dei leader militari d’Etiopia. Altre nazioni Africane hanno inviato il meglio dei propri giovani a studiare nelle nostre istituzioni militari, sia nel riconoscimento della qualità dell’educazione lì dispensata, sia come aperta espressione della fiducia e della confidenza che riponiamo l’uno nell’altro.

Aldilà tuttavia dei vasti progressi della macchina militare Etiope, si erge in difesa della pace il grande baluardo delle Nazioni Unite, eretto da mani volenterose e diligenti a causa del tormento, della distruzione e della miseria dell’ultima guerra. Quando i fucili caddero in silenzio, i rappresentanti di milioni di uomini e donne, e gli Etiopi tra questi, si impegnarono a difendere lo Statuto delle Nazioni Unite in modo tale che mai più un tale olocausto avrebbe distrutto ed oscurato la terra. Le Nazioni Unite furono concepite come uno strumento di reale e positiva azione nei confronti dell’aggressione. L’Etiopia dimostrò la sua continua fede nella sicurezza collettiva quando si iscrisse tra i soci fondatori dell’Organizzazione. In accordo con le decisioni delle Nazioni Unite, l’Etiopia ha mostrato la propria volontà di conferire sostanza al principio, di combattere e sacrificarsi per gli altri come per se stessa – in Corea, in Congo, ed altrove – per sostenere e difendere la regola della giustizia e della ragione nelle vicende umane.
Ci siamo riuniti oggi per rendere tributo ai nobili combattenti d’Etiopia e di molte altre nazioni che qui lottarono e donarono il proprio sangue per questa terra. Noi rendiamo onore agli eroi, scomparsi e viventi, uomini come il defunto Generale Wingate, Etiopi come stranieri, che permisero al Nostro popolo, ancora una volta , di camminare liberamente, a testa alta, sul suolo dei loro padri.
Sono presenti in questa occasione alcuni dei valorosi ufficiali Britannici che venticinque anni fa percorsero il lungo ed arduo sentiero della vittoria. Ricordiamo il profondo orgoglio, i magnifici traguardi di molti coraggiosi uomini come il Brigadiere Sandford, che partecipò a quella marcia trionfante e gloriosa.
Oggi siamo anche onorati dalla presenza delle rappresentanze militari di molte delle altre nazioni le cui truppe combatterono sul Nostro suolo per la comune causa. I loro nomi rievocano un albo d’onore di coraggio e sacrificio altruista. Siamo orgogliosi che la Nostra amicizia con essi continui solida. Siamo altresì fieri che a testimonianza dell’unità e dell’attuale disponibilità di questo intero continente, le rappresentanze militari degli stati membri dell’Organizzazione dell’Unione Africana siano presenti a queste cerimonie commemorative. Alto tra i principi espressi dallo Statuto di quella Organizzazione è l’impegno dei suoi stati membri a coordinare ed armonizzare le proprie politiche nel rispetto della cooperazione per la difesa e la sicurezza reciproca. Il crescente potere delle forze militari di questo continente deve rendere veramente cauto ogni aggressore.

Infine, le rappresentanze delle forze armate sia degli Stati Uniti che dell’Unione Sovietica hanno raggiunto questa riunione su Nostro invito. Queste due immensamente potenti nazioni dispongono oggi d’un potere distruttivo che sfida la comprensione dell’uomo ordinario. Entrambe sono qui rappresentate come amiche della Nostra nazione; entrambe rifiutarono di dare riconoscimento ai Fascisti in Etiopia; entrambe hanno contribuito alla costruzione del moderno stato Etiope. Al governo Americano ed a quello Sovietico il destino ha affidato terribili responsabilità per il mantenimento della pace mondiale. Siamo fiduciosi che in consultazione con l’Etiopia e con tutte le altre nazioni del pianeta entrambi continueranno a dedicare i propri massimi sforzi alla ricerca di mezzi efficienti per fermare la corsa agli armamenti ed effettuare un significativo disarmo.

Per 25 anni fino ad ora, l’Etiopia ha vissuto in tranquillità ed il suo popolo ha goduto delle benedizioni della pace. L’economia del Nostro paese è fiorita, e gli stranieri, in collaborazione con gli Etiopi, sono stati incoraggiati ad investire in questo stabile stato Africano.

Ma durante tutto questo tempo i focolai di guerra non hanno per un momento cessato di tremolare da un punto all’altro del mondo. È importante che questa assemblea, riunitasi per il riconoscimento di un grande trionfo di armi, ricordi che la vittoria che fu conquistata in Etiopia fu una vittoria per la pace. Il potere militare di cui le nazioni qui rappresentate oggi dispongono può essere giustificato solo al fine di preservare la pace e la libertà. C’è sufficiente fame e miseria nel mondo senza ulteriori guerre e sofferenze. Le vaste somme di denaro ingoiate dai moderni arsenali, capaci di infinita distruzione, potrebbero essere impiegate per fornire cibo alle bocche affamate, per debellare la povertà, l’ignoranza e la malattia, per edificare, per un mondo unito, il miglior modo di vivere che il genio umano ha reso possibile.
Ci ripromettiamo di essere forti oggi solo affinché possiamo nella Nostra forza avvicinare il tempo in cui sarà possibile convertire le nostre spade in vomeri ed in cui nessuna nazione muoverà guerra contro un’altra. Impegniamoci insieme affinché quel tempo non sia lungo. Lavoriamo per la fiducia tra gli uomini, per il disarmo, per la pace.

Selected speeches of H.I.M. Haile Selassie I“, pp.347-353